Bellezza è un concetto semplice, è quella "qualità capace di appagare l'animo attraverso i sensi, divenendo oggetto di meritata e degna contemplazione".
In Tuscia la trovi ad ogni angolo, anche in un paese abbandonato.
Contemplare Celleno è una attività di immenso valore.
Il piccolo borgo, negli
anni tra il 1940 e il 1990, è stato vittima di progressivi crolli e demolizioni, dovuti all'abbandono della popolazione. A che cosa è stato dovuto questo abbandono della popolazione? Osservando un qualsiasi grafico demografico della Tuscia, si scopre che si è trattato di calo generalizzato in quel cinquantennio. Un abbandono della campagna in favore della città, un abbandono delle attività agricole in favore di industrializzazione e servizi... nonchè di un isolamento dovuto alla scarse infrastrutture e alla mancanza di collegamenti.
Ma Celleno ha avuto un destino, se vogliamo, ancor peggiore: una serie di terremoti, già dal XVI secolo, ne ha sconvolto il territorio, e nel 1951 venne incluso in una lista di borghi "ad alto rischio frana", da trasferire - a spese dello Stato - in nuovi abitati di edilizia economica e popolare nelle vicinanze.

Se avete immaginazione potete pensare ad un serpente che dorme su una lunga e stretta montagna: la testa del serpente è dentro le mura del centro storico, le espansioni edilizie successive, dall'alto, ricordano invece il suo corpo, fatto di case l'una attaccata all'altra.
Il colle è naturalmente difeso ed inaccessibile su tre lati, il primo e unico accesso è sempre posto sotto al castello medievale, l'acqua è presente in abbondanza, il tessuto è caratterizzato dalla presenza di numerose celle o grotte scavate nella roccia (di origine addirittura etrusca).
Il nucleo primitivo di Celleno doveva essere quello racchiuso tra via Campo di Fiori e via delle Maestre nella parte est: tutte queste case sono andate distrutte nel XIX-XX secolo. Rimane invece la parte ovest, più pianeggiante, dove sorgono il Castello dell'XI secolo e la Chiesa maggiore, sulla via generatrice di Via Maggiore.
Quindi, ad oggi, piccole parti del tessuto edilizio si conservano, ed appaionoal viaggiatore come desolate rovine, solo nella parte di Piazza del Municipio.
Potete raggiungere con le guide Thesan questo insediamento fantasma tra il Lago di Bolsena ed il Tevere.
Oggi la nuova Celleno è abitata da circa 1300 Cellenesi ed è rinomata per il prodotto tipico della ciliegia, con un giardino in stile Hanami giapponese. Altre info sul borgo fantasma su:Le ciliegie di Celleno GEO&GEO 2016
Comune Celleno
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